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GESTURES - Women in action

Inaugurazione: 05.02.2016
Durata: 06.02 - 10.04.2016
Artisti e artiste: Marina Abramovic, Sophie Calle, Silvia Camporesi, Jeanne Dunning, Valie Export, Regina José Galindo, Yayoi Kusama, Ana Mendieta, Charlotte Moorman, Shirin Neshat, Yoko Ono, Orlan, Odinea Pamici, Gina Pane, Carolee Schneemann.
a cura di: Valerio Dehò

La Body art è stata una delle grandi novità del scolo scorso. La scoperta del linguaggio del corpo, l'accostamento tra arte e performance, l'elevazione dell'espressione corporea ad aspetto fondante dell'estetica contemporanea, alcune tra le grandi invenzioni dell’arte del Novecento.

L'abolizione dei confini tra teatro, spettacolo, comunicazione e arte, ha contribuito a palesare vari aspetti che riguardavano la condizione della donna nel mondo. Con la Body art le donne si sono affermate come grandi protagoniste di questa rivoluzione culturale e la loro presenza nell'arte è diventata fondamentale. In tutto il mondo ci sono state artiste che hanno saputo utilizzare il proprio corpo come arma politica per denunciare in generale la condizione della donna nella società. Ma hanno anche sviluppato un approccio che intendeva abolire la distanza tra artista e pubblico, facendo dell'arte un fondamento della comunicazione sociale, uno specchio e un laboratorio dei cambiamenti in atto. Il pubblico non era più considerato uno spettatore passivo, ma parte integrante dell'opera stessa. Cosi, molte cose sono cambiate grazie al coraggio delle donne protagoniste della Body art degli anni Sessanta e Settanta, aspetti che hanno mutato profondamente il corso dell'arte contemporanea.

L'abolizione dei confini tra teatro, spettacolo, comunicazione e arte, è stata importante per palesare vari aspetti che riguardavano la condizione della donna nel mondo. Con la Body Art le donne si sono affermate come grandi protagoniste di questa rivoluzione culturale e la loro presenza nell'arte è diventata fondamentale, manifestandosi in molti paesi come scelta politica per la parità di genere proprio negli anni cruciali del movimento femminista. Le loro opere hanno sviluppato un approccio che intendeva abolire la distanza tra artista e pubblico, facendo dell'arte un fondamento della comunicazione sociale, uno specchio e un laboratorio dei cambiamenti in atto. Il pubblico non era più considerato uno spettatore passivo, ma parte integrante dell'opera stessa. L'esposizione si sviluppa in senso cronologico, fatta eccezione per l'androne del museo e la piattaforma dalla quale si ha accesso alle sale, dove è esposto il violoncello dell'artista e musicista americana Charlotte Moorman e il video che mostra la performance in cui l'artista ha impiegato tale strumento. Sulla grande parete che dal piano terra accompagna i tre piani espositivi, campeggia una grande fotografia di Marina Abramovic.

Un progetto in collaborazione con The Cultural Broker e 123 Art.

Artiste in mostra:
Marina Abramovic, Sophie Calle, Silvia Camporesi, Jeanne Dunning, Valie Export, Regina José Galindo, Yayoi Kusama, Ana Mendieta, Charlotte Moorman, Shirin Neshat, Yoko Ono, Orlan, Odinea Pamici, Gina Pane, Carolee Schneemann.

 

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